Vedrai che bello. È un po’ con questa frase che si cerca di convincere qualche amico a partecipare a qualcosa che ci ha davvero colpito, che ci piace molto, che ci entusiasma. Vedrai che bello è anche il tema del cammino pastorale lanciato dalla FOM a tutti gli oratori, un invito insomma che ricorda ciò che Paolo scrisse nella lettera ai Tessalonicesi: “Vagliate ogni cosa, ma tenete ciò che è bello”.
Sabato 21 ottobre, questa proposta è stata declinata anche sotto il cappello dell’attività sportiva, dedicando una mattinata a dirigenti ed allenatori delle società sportive oratoriane presso la sede del CSI di via Sant’Antonio a Milano. Tema dell’incontro: “Vedrai che bello… anche nello sport”.
Anche una delegazione dell’ASCOT, accompagnati dal nostro Don Andrea Restelli, era immancabilmente presente a questo evento: il presidente Gianluca Meneghini, il direttore tecnico della pallavolo Paolo Radaelli e del calcio Carmelo Perna, il direttore sportivo del calcio Valeria Cappelli, la consigliera e allenatrice Francesca Cossa.
Ad aprire l’incontro cui hanno preso parte oltre 400 persone, è stato Monsignor Mario Delpini, accolto tra gli applausi di una platea entusiasta. Il Monsignore ha tenuto un breve discorso nel quale non ha mancato di ribadire la sua vicinanza e la sua attenzione per il mondo sportivo milanese, tanto che dedicherà una delle cinque messe di avvento (domenica 17 dicembre) dedicate a cinque diverse categorie, proprio agli atleti. “Se ci muoviamo nella vita senza sapere con quale scopo – ha detto Monsignor Delpini – siamo come coloro che continuano ad allenarsi senza mai giocarsi la vera partita; il senso dell’appartenenza alla comunità cristiana nella quale voi svolgete un compito così prezioso, sta proprio nell’ indicare la via da percorrere che dà senso alla vita, questa è la responsabilità che avete: far sì che nessuno viva la giovinezza come una specie di parco giochi, dove ci si diverte senza desiderare il futuro, senza orientare la propria vita. Fate dello sport un punto di bellezza che apre sempre ad un oltre, alla trascendenza”.
Oratorio e sport dunque, già nella campagna della FOM si era intuito come il binomio fosse vincente, come l’attività sportiva possa essere aggancio per tutte quelle realtà complesse che la società ci mette davanti. “Ciò che accomuna società sportive e oratorio”, ha spiegato Don Stefano Guidi, neo direttore della FOM, ai dirigenti in sala: “è la relazione con i giovani che crescono; e il fargli provare e sentire un amore che fa maturare la capacità di amare”.
Le squadre di calcio, di pallavolo, di basket o atletica e così via, sono parte integrante di una vita oratoriana, nella quale in tempi e modi diversi tutti hanno a che fare con bambini e ragazzi che con tutti noi sperimentano e crescono. Il motto scelto dalla Fondazione Oratori Milanesi, vuole indicare proprio questo percorso, che Don Stefano riassume in tre parole: l’ invito a partecipare, il discernimento nella capacità di parlare con linguaggi diversi (“mi piace pensare che lo sport sia uno dei modi per tradurre il vangelo” ha aggiunto Don Stefano) e la condivisione umana e organizzativa che consente di fare rete tra tutte le persone e le realtà che vivono l’oratorio.
In seguito la parola è passata a quattro giovani ragazzi cui è stato chiesto di raccontare le loro storie di impegno per gli altri attraverso canali del CSI. Giorgia, che ha raccontato del Progetto Giovani targato CSI Milano e di come le esperienze di servizio abbiano rafforzato anche la personalità dei ragazzi e migliorato anche le relazioni di squadra. Davide, che ha spiegato ai presenti l’esperienza unica del volontariato sportivo internazionale di CSI per il Mondo, dove si lavora in luoghi poverissimi e si ritorna ricchi di riflessioni e sorrisi. Juri, che ha parlato del suo avvicinarsi alla chiesa e a Cristo proprio grazie ad una squadra di pallavolo trovata in un oratorio, ambiente dal quale prima era sempre stato più lontano. Con loro c’era anche il veterano Antonio, storico dirigente del Bresso 4, che ha illustrato invece lo splendido progetto societario di calcio integrato che vede nella stessa formazione giovani disabili e giovani normodotati, in un cammino di vera integrazione a partire dallo sport, dall’oratorio e dai giovani appunto.
L’ASCOT è molto orgogliosa di essersi potuta sentire vicina e partecipe a questa ultima testimonianza grazie alla recente formazione della squadra di Calcio Integrato nata dalla collaborazione tra la Cooperativa Lambro e l’ASD Ascot Triante, grazie al progetto Tiki Taka.
Ha chiuso la mattinata Don Alessio Albertini, che ha condotto tutto l’incontro sempre sul filo del sorriso e della profonda riflessione, puntando la luce sui giovani tra i 18 e i 29 anni.
Rivolto ai dirigenti e agli allenatori presenti ha detto: “Questi giovani hanno un’età in cui ci verrebbe da dismettere il nostro compito educativo, e invece dobbiamo fargli sentire che sono accolti, che non sono lì per i nostri scopi, ma che noi siamo lì per loro, per la loro vita. Soprattutto con loro dobbiamo essere accoglienti, con quelli di cui nessuno si occupa”. L’ultimo spunto alla riflessione lanciato da Don Albertini ha toccato il carattere sfidante dello sport, dove l’impegno sportivo diventa anche educativo: “Dobbiamo amare le sfide e dobbiamo sfidare i giovani, sfidare il loro coraggio anche su cose che magari accetteranno in tre, ma se non lo facciamo siamo poco sportivi; sfidiamoli su temi educativi, scegliamo il modo giusto, invitiamoli ad un terzo allenamento dove al posto che giocare andranno a mettersi al servizio dei poveri ad esempio”.